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"Fiore di marzo", il delitto Nadia Roccia raccontato nella bottega centonove/novantasei

«Antonio Diurno conosce le parole, sa che per raccontare una storia come quella dell'omicidio di Nadia Roccia, le deve cogliere una a una con delicatezza. Ci vuole cautela ma anche efficacia e fluidità. Ci vuole verità senza impudenza, nel rispetto di tutte le persone coinvolte. Negli abissi del male, nella profondità del tema affrontato, l'autore ha saputo miscelare storia e narrazione, parole e trama». Le parole di Cinzia Rizzetti, che ha moderato nella bottega Centonove/novantasei la presentazione del libro “𝐅𝐢𝐨𝐫𝐞 𝐝𝐢 𝐦𝐚𝐫𝐳𝐨. 𝐈𝐥 𝐝𝐞𝐥𝐢𝐭𝐭𝐨 𝐍𝐚𝐝𝐢𝐚 𝐑𝐨𝐜𝐜𝐢𝐚” (Scatole Parlanti) di Antonio Diurno, scrittore e criminologo, che nel suo lavoro fa un salto indietro nel tempo per analizzare una storia che ancora oggi è terribilmente attuale.
 
Il 14 marzo del 1998 la piccola comunità di Castelluccio dei Sauri, nel foggiano, viene sconvolta dall’uccisione della diciottenne Nadia Roccia. Un giallo a tinte luciferine, un crimine efferato avvolto da numerosi interrogativi. Le assassine sono le migliori amiche della ragazza, Annamaria e Mariena. A distanza di quasi tre decenni il movente appare ancora fumoso. Il protagonista del libro "𝐅𝐢𝐨𝐫𝐞 𝐝𝐢 𝐦𝐚𝐫𝐳𝐨. 𝐈𝐥 𝐝𝐞𝐥𝐢𝐭𝐭𝐨 𝐍𝐚𝐝𝐢𝐚 𝐑𝐨𝐜𝐜𝐢𝐚” in un gioco che mescola saggio e romanzo ripercorre i luoghi, ascolta le testimonianze di chi fu coinvolto nella vita quotidiana di Nadia e nei giorni terribili delle indagini e del processo. Un libro utile a fare memoria, a porsi domande, a chiedersi cosa accade ancora oggi nella testa non solo dei giovani ma degli esseri umani. L'iniziativa ospitata in piazza Cavour n. 3 negli spazi di Centonove/novantasei rientra nell’ambito del "𝐌𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨 𝐝𝐞𝐢 𝐋𝐢𝐛𝐫𝐢 𝐢𝐧 𝐁𝐨𝐭𝐭𝐞𝐠𝐚”.

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