Apre a Foggia 𝐜𝐞𝐧𝐭𝐨𝐧𝐨𝐯𝐞/𝐧𝐨𝐯𝐚𝐧𝐭𝐚𝐬𝐞𝐢

Tanta emozione e condivisione. Tante voci, storie, persone oggi insieme per camminare lungo i percorsi della giustizia sociale, dell’antimafia, dell’inclusione. Di un modo diverso di fare cultura e promozione delle ricchezze dei nostri territori e non solo. Oggi ha aperto le sue porte a Foggia 𝐜𝐞𝐧𝐭𝐨𝐧𝐨𝐯𝐞/𝐧𝐨𝐯𝐚𝐧𝐭𝐚𝐬𝐞𝐢. Ha aperto in pieno centro, in 𝐩𝐢𝐚𝐳𝐳𝐚 𝐂𝐚𝐯𝐨𝐮𝐫 𝐧. 𝟑. Nasce come bottega che vende 𝐩𝐫𝐨𝐝𝐨𝐭𝐭𝐢 𝐞𝐭𝐢𝐜𝐢 𝐞 𝐥𝐢𝐛𝐞𝐫𝐚𝐭𝐢 𝐝𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐦𝐚𝐟𝐢𝐚, realizzati da associazioni e cooperative impegnate sui temi della giustizia sociale e dell’inclusione lavorativa. Uno spazio per incrociare storie, sapori, sguardi. Non solo una bottega ma un avamposto in cui crescere come collettività e favorire processi di partecipazione. Tanti prodotti ma anche laboratori, degustazioni, letture e molto altro.

Si tratta di uno spazio culturale dove si vendono prodotti etici e liberati dalle mafie realizzati da associazioni e cooperative impegnate sui temi della giustizia sociale, dell’inclusione lavorativa e delle produzioni solidali

C’è il caffè realizzato dalla cooperativa Lazzarelle che coinvolge le detenute della Casa Circondariale Femminile di Pozzuoli. Ci sono i vini prodotti sui terreni confiscati alle mafie nelle campagne di Cerignola dalle cooperative Altereco e Pietra di Scarto. Oppure i taralli di “aMano libera”, frutto del lavoro artigianale dei ragazzi detenuti ed ex-detenuti coinvolti dalla Diocesi di Andria. Ci sono i frollini “Cotti in fragranza”, preparati dai giovani che frequentano il laboratorio di prodotti da forno che la cooperativa Rigenerazioni ha avviato all’interno del carcere minorile Malaspina di Palermo. O l’olio extravergine d’oliva “Volìo”, il cui intero ciclo di produzione ha come protagonisti braccianti con problemi di salute mentale regolarmente assunti da Ortovolante.

Questo e tanto altro è “centonove/novantasei”, la bottega aperta sabato a Foggia in piazza Cavour n. 3 che vende prodotti etici e liberati dalle mafie realizzati da associazioni e cooperative impegnate sui temi della giustizia sociale, dell’inclusione lavorativa e delle produzioni solidali. Vini, patè di cima di rapa, melanzane sott’olio, passate di pomodoro, olio, caffè, tè, tisane, olive, taralli, liquori, ceci.

Si tratta di uno spazio che punta a diventare un crocevia di storie, incontri, prodotti etici e liberati dalla mafia. Un avamposto di cultura e sapori promosso dal consorzio di cooperative sociali Oltre, che sin dal nome vuole raccontare l’importanza e l’efficacia della legge 109/96, la normativa che consente la restituzione alla collettività delle ricchezze e dei patrimoni sottratti alle organizzazioni criminali favorendone il riutilizzo pubblico e sociale. Beni, terreni, immobili che attraverso le attività di agricoltura generano un cambiamento delle persone e dei territori coinvolti, favorendo anche l’inserimento lavorativo di quanti provengono da situazioni di fragilità.

«L’obiettivo di “centonove/novantasei” è quello di creare un ponte tra la cittadinanza ed il mondo cooperativo impegnato sui beni sottratti alla mafia e in prodizioni etiche o solidali, avviando un’azione di tipo culturale per favorire l’incontro tra questi due mondi che non sempre si congiungono – spiega Antonio Cocco, direttore del consorzio Oltre – . La finalità, dunque, è quella di sensibilizzare la cittadinanza per avviare dei processi partecipati che portino a delle azioni culturali che contribuiscano a migliorare le condizioni di vita della nostra città».

I prodotti che trovano posto sugli scaffali di “centonove/novantasei”, dunque, raccontano che un’altra vita è possibile. Anche per questo, «abbiamo già avviato in queste settimane un percorso di rete con numerose associazioni e realtà del territorio, al fine di allargare la partecipazione ed arricchire le attività di promozione sui temi su cui vogliamo spingere a riflettere la nostra comunità» conclude Cocco.

Foto dell'interno centonove:novantasei
L’interno della bottega

Ieri, per esempio, grazie al laboratorio organizzato dall’associazione I Semi, i bambini e le bambine di Foggia hanno disegnato ed immaginato la città che vorrebbero: più pulita, più verde, più abitabile, più rispettosa delle regole. Dopo l’inaugurazione che ha animato il fine settimana, si darà dunque vita ad un programma di appuntamenti ed eventi per coinvolgere associazioni, cittadini, istituzioni, commercianti, imprenditori in una rete capace di far conoscere testimonianze, esperienze, buone prassi, economie sostenibili per generare un racconto propositivo ed inclusivo del territorio.

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